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Lettera ai miei tre uomini

Autore/i: Marina Zulian

Data: 20-04-2011
Argomento: Per bambini

Cronache dalla Barchetta 4.

Lettera ai miei tre uomini. Stereotipi di genere nei libri illustratiper bambini di Marina Zulian

 

Ho sempre pensato che qualsiasi situazione o criticità dovesse essere affrontata condividendo convinzioni, ipotesi e idee anche opposte. Il mio professore di filosofia medioevale mi ha illuminato sulla necessità diaffrontare le situazioni come in una ipotetica disputa dove le due parti si potessero contendere alla pari.

Affrontando il tema degli stereotipi di genere nei libri illustrati per bambini, ho allora cercato di pormi dai due punti di vista maschile e femminile, poiché gli stereotipi giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dell'immaginario sia delle bambine che dei bambini: uguali ma diversi.

E' necessario un cambiamento culturale in relazione ad una concezione dilagante che dovrebbe preoccupare le donne e far interrogare gli uomini di qualsiasi età e in qualsiasi parte del mondo.

Pensando agli stereotipi di genere, spesso negativi soprattutto per il femminile, credoche il contributo di tutti gli adulti sia fondamentale; il contributo di uominie di donne, di mamme e di papà, di maestre e di maestri.

Si può definire lo stereotipo una corazza che ci impedisce di accedere alla complessa realtà, sempre piena di sfumature e a volte di paradossi. Lo stereotipo è proprio una sorta di difesa contro la complessità.

Lo stereotipo porta all'assopimento dell'energia creativa perché spingea percorrere sempre gli stessi circuiti senza cercare risposte libere e creative.

 

Vivo con tre uomini, il mio compagno e i miei due figli; penso al mio ruolo di compagna, mamma ed educatrice e non posso non vedere l'assoluta necessità di affrontare e condividere con i miei tre uomini quel problema che deliberatamente la società sembra voler nascondere o trascurare.

Come affrontare un tema così difficile da dichiarare e così complicatoda affrontare con i miei due figli di 6 e 12 anni? Naturalmente il mio pensiero, quasi in automatico, si rivolge al mio caro e prezioso libro:"come sempre nei libri potrò sicuramente trovare un aiuto".

Questa volta, ahimè, nella scelta devo stare più attenta del solito;ancora una volta non posso permettermi di non selezionare con attenzione e di non leggere i libri, prima di proporli ai miei bambini.

Quante insidie e quanti stereotipi tra le pagine di innocenti albi illustrati.

Non ho difficoltà nel trovare modelli stereotipati tra le pagine di brevi romanzi per adolescenti dove le differenze fra maschi e femmine sono molto evidenti e pericolose anche agli occhi dei non esperti. Vago in predaallo sconforto fra gli scaffali adorati di una Biblioteca Ragazzi, fortunatamente non quella di BarchettaBlu.

Mi soffermo fra gli scaffali dedicatiai più piccoli. Ecco gli albi illustrati. Essi rappresentano un materiale pedagogico usatissimo nei nidi, nelle scuole d'infanzia ed elementari e nelle famiglie. Attraverso le immagini, le storie parlano anche di identità sessuale; più spesso di quel che sembra, i racconti caratterizzano in maniera sessista i ruoli delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società. Essendo molto presenti nella vita scolastica e familiare delle bambine e dei bambini, mi accorgo che i libri rappresentano uno dei veicoli principali di trasmissione dei modelli socialmente accettati. A volte negli albi si riscontra una mancanza di modelli non stereotipati a cui le bambine possano identificarsi.

Indispensabile quindi è imparare a decodificare le immagini destinate a bambine e bambini, sapendo che non stiamo affrontando una tematica secondaria ma fondamentale nella costituzione di una visione non sessista della famiglia e della società. Ho sempre sottolineato comebambine e bambini si possano identificare nelle storie dei libri. Quale delusione quando, sfogliando le pagine colorate, ho visto con insistenza la rappresentazione di una donna che si deve occupare del lavoro domestico e di un uomo che lavora fuori casa e guadagna il denaro. Con l'eccezione della mamma, si ritrovano donne frivole e meno istruite degli uomini; anche gli uomini, se pur rappresentati come forti, eroici e disinteressati, si vedono comunque privati di capacità di attenzione, pazienza e consolazione, esclusive per le donne. C'è una specie di perversa simmetria che attribuisce ad un sesso alcune caratteristiche che vengono rifiutate per l'altro; secondo questo schema della complementarietà, se le bambine sono affettuose e sensibili, ai bambini non rimane altro che essere aggressivi e violenti; se i bambini sono coraggiosi, alle bambine non rimane che essere timide e passive.

A voltecerti libri trasmettono alle bambine e ai bambini che li leggono, un modello nel quale le bambine vengono private di autonomia e di qualità positive.

In ogni caso, la questione più importante è che presentare modelli rigidi significa imbrigliare la libera personalità. Infatti, la creatività nei comportamenti deriva dalla possibilità di riferirsi a modelli variegati che permettano abambine e bambini di inventarsi e ricostruirsi in modo originale durante tuttala vita.

 

Purtroppo a volte gli stereotipi si instaurano molto facilmente e non altrettanto rapidamente si demoliscono. Alcune ricerche dimostrano come a volte lo stereotipo superi la realtà.

Bambine e bambini a cui è statafatta vedere un'immagine di un orso con il grembiule, hanno dichiarato di aver visto una mamma orsa alle prese con le pulizie, ammettendo contemporaneamente nella maggior parte dei casi che la loro mamma, lavorando fuori casa tutto il giorno, non si occupi esclusivamente delle faccende domestiche. Ne consegue che a volte, nell'immaginario delle bambine e dei bambini, permanga una particolare idea che il lavoro domestico sia davvero un ambito di competenza femminile e che sia accettabile un padre che, arrivato del lavoro, si metta in poltrona a leggere il giornale, anziché aiutare nello svolgimento della vita domestica e familiare.

Il modo in cui le bambine vengono rappresentate in alcuni albi è fortunatamente differenziato, ma purtroppo viene rappresentata nella stessa percentuale una bambina con un carattere intelligente quanto ubbidiente e servizievole.

 

Esistono comunque molti libri per bambine e bambini che contrastano glistereotipi di sesso, razza, classe, età. Il tentativo è quello di proporrestorie e immagini come spazi di crescita che non risentano a priori distereotipi legati a differenze di genere; gli stereotipi, infatti, possonoprecludere alle bambine e ai bambini la possibilità di una libera e creativascelta nel gioco e nelle relazioni.

 

A rappresentare gli albiillustrati che cercano di andare oltre gli stereotipi di genere, raccontando diuna principessa che vuol fare la dottoressa, ho scelto la storia di Zog. Siracconta la divertente avventura di un draghetto un po' imbranato che frequentasenza troppo successo la scuola per draghi. Per fortuna la sua amica Sabrina loaiuta. Ha inizio un poco probabile duello fra Zog e il cavaliere Ubaldo, peraggiudicarsi la principessa Sabrina; lei però interviene e li blocca entrambi:

"Ma eccoche in mezzo si mette Sabrina. Per dindirindina!

State asentire, perché ho delle cose importanti da dire!

Laprincipessa da grande non farò, io ho studiato e dottore sarò.

Il mondo èstrapieno di botte e ferite, che vanno trattate, curate, guarite!

Mi piace,fa Ubaldo. Ti voglio aiutare!

Ti porteròio dalla gente da curare".

Anche in questocaso viene rappresentato con ironia il desiderio di superare i rigidi ruoli diprincipe e principessa.

Invece,quando i libri propongono alle bambine modelli poveri e falsati rispetto allereali possibilità, invitano al tempo stesso i bambini, privi di modellifemminili attivi, a non concepire l'esistenza di donne che possano ricoprireruoli diversi da quello ancillare o consolatorio.

Per fortuna esistono anche molti libri che rappresentano con semplicità e ironia un mondod ove i ruoli siano interscambiabili e dove la diversità rappresenti una ricchezza di volta in volta "utilizzabile". Si possono ripensare immagini simboliche ricche di nuove relazioni e comportamenti: mamme al computer o alle prese con una riunione di lavoro e papà che cucinano o stirano; bambini che da grande sognano di fare i maestri e bambine che desiderano fare le astronaute.

 

La costruzione della propria identità personale passa attraverso processi di identificazione di genere; in modo naturale le bambine e i bambinisi autodefiniscono e si riconoscono nelle categorie dei maschi e delle femmine e ne apprendono precocemente gli schemi di comportamento, i valori e i modelli sociali.
Per questi motivi i bambini assorbono i modelli loro proposti fin dalla nascita.

 

Segnalo aquesto proposito, il sito dell'Associazione europea Du Côté des Filles che èstata creata in Francia, nel 1994, con l'obiettivo di elaborare un programma per eliminare il sessismo dal materiale educativo, di promuovere rappresentazioni anti-sessiste nel campo dell'educazione, di produrre ediffondere strumenti di sensibilizzazione diretti a case editrici, illustratrici e illustratori, genitori, organismi istituzionali. Fin dalla suacreazione, l'Associazione ha svolto un programma di ricerca europeo sugli albi illustrati e contemporaneamente ha partecipato a operazioni di sensibilizzazione e di formazione. Nel sito si possono trovare ampie bibliografie e nella sezione dei racconti non si può perdere l'animazione dell'illuminante libro Una fortunata catastrofe. Si racconta di una famiglia di topini in cui la mamma si occupa tutto il giorno della casa e dei figli, mentre il padre lavora in ufficio e quando torna si mette in poltrona con le pantofole e il giornale. La sera durante la cena, il papà racconta le sue avventure di viaggiatore e la mamma corre tra la tavola e i fornelli. Un giorno, mentre il papà è fuori, la casa viene allagata, tutto viene trasportato via e la mamma salva i figli trasformando il tavolo in una zattera. Da quel momento non deve più occuparsi di lavori domestici e passa il tempo a esplorare i dintorni con i bambini. La sera il papà non ha più dove sedersi, non ha più un giornale da leggere ... rinuncia a tutto ma non alle prelibate zuppe che gli preparava la mamma. Decide allora di cimentarsi lui stesso nei fornelli e quando mamma e bimbi tornano dalle perlustrazioni, fa trovare loro una cenetta favolosa. L'alluvione si è quindi dimostrata una fortunata catastrofe che ha provocato il cambiamento.

 

Naturalmente oltre ai libri, sono molto significativi i gesti quotidiani, compiuti anche senza una esplicita volontà di insegnamento.

Non sitratta solo di arginare la disuguaglianza di genere, di diminuire la faticafisica e psicologica delle bambine e delle madri, ma si tratta soprattutto diliberare energie positive e dare accesso alle possibilità di usufruire di contenuti emotivi e cognitivi ricchi e creativi da parte delle nuove generazioni. Contenuti che permettono di capire come la diversità e la complessità non tolgano ma aggiungano alla qualità della propria vita. Partendo dai libri per bambine e bambini si fonda così la speranza di crescita di unanuova generazione di donne e di uomini legati a un nuovo e più equilibrato concetto di genere. Non auspico una utopistica armonia di genere, ma, tra tuttii mondi possibili, credo in una dimensione in cui donne e uomini condividano difficoltà e ricchezze e compartecipino alla gestione competente della quotidiana complessità.

Forse non basta genericamente parlare di pari opportunità: per esempio è necessario coinvolgere bambine e bambini sulla bellezza e importanza del lavoro di cura e sulla necessità che tutti si sentano coinvolti con sentimenti reali e profondi.

 

Per guardare alledifferenze come ricchezza, c'è un albo con grandi e divertenti illustrazioni adatto a bambini di 3 anni La cosa più importante, di Antonella Abbatiello.
Qual è la cosa più importante per un animale del bosco? La lunga proboscide, il collo lungo, gli aculei? Tutti, ma proprio tutti, hanno delle caratteristiche che li rendono importanti ed essenziali alla vita del bosco. Tutti, nella loro diversità e nella loro bellezza, possono apprezzare ciò che sono e ciò che li caratterizza.

Un invito alla libera esplorazione della propria identità e al rispetto degli altri.

 

In conclusione, così come nelle società occidentali, a volte anche nei libri per l'infanzia, le donne sono rappresentate come vittime predestinate della violenza del maschio; di un maschio che per contrapposizione è descritto come un conquistatore, condannandolo, sin dalla più tenera infanzia, ad essere un arrogante prevaricatore. Quindi la strada da percorrere è in due sensi e la battaglia per la protezione della donna dalla violenza e dallo stereotipo ha una simmetrica battaglia per la creazione di modelli maschili nuovi e creativi.

 

Infine, chiedo ai miei tre uomini, anzi a tutti gli uomini, di cooperare affinché il processo investa entrambi i sessi e inizi da ciascuno di noi; in caso contrario qualsiasi processo è destinato al fallimento.

Da parte mia, io cerco di affrontare le situazioni senza preconcetti coni miei amatissimi due figli maschi e con il mio amato compagno, e mi gusto i favolosi pranzetti che spesso lui ci prepara.

 

 

Bibliografia

Zog. J.Donaldson, A. Scheffler, Emme Edizioni, 2010

La cosa piùimportante. A. Abbatiello, Fatatrac, 1998

Unafortunata catastrofe. A. Turin,Motta Junior, 2000

La verastoria dei bonobo con occhiali. A. Turin, Motta Junior, 2000

Il sogno diRossociliegia. S.Y.Bridges,Motta Junior, 2005

Attentialle ragazze. T. Blundell, Emme Edizioni, 2002

Fatecontromostrimostricontrofate. G. Montes, M.Rojas. Salani, 2003

Il mostropeloso. H. Bichonnier, Pef, Emme Edizioni, 2004

 

Siti interessanti

www.ducotedesfilles.org

www.comune.torino.it/quantedonne

 

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