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L'albero di Natale

Autore/i: Sonia Oppici

Data: 21-01-2008
Argomento: Minori

Le incontro sulle scale quando arrivano per l’ora di visita con i figli.
Un mondo colorato che si muove goffo tra sentimenti e regolamentazioni. Sono mamme confuse. Alcune hanno il viso duro, segnato da una vita difficile. Altre sono giovani, quasi ragazzine, a cui la sorte non ha risparmiato uomini sbagliati.
Si affrettano in saluti, baci e strette.
C’è la mamma di Susanna, con le mani gonfie, gli occhi sempre lucidi e i maglioni larghi, tinta pastello.
Sempre insicura e timorosa di dire la cosa sbagliata.
..Ho già fatto tanti errori… adesso ci sto attenta”.
La figlia è una ragazzina dolce e dispotica, che non dimentica i giorni difficili e non è esattamente ben disposta nei confronti di questa mamma che ritiene sempre inadeguata. Ogni tanto si offendono, urlano e allora non si distingue chi tra le due abbia subito un danno. Le voci si mescolano e le parole sovrapposte impediscono il pensiero. Poi il silenzio. Si voltano reciprocamente le spalle, indifferenti, guardando oltre la finestra.
Sono buffe in questa modalità scomposta di volersi bene e di difendersi al tempo stesso.
Poi, Susanna, in genere le si avvicina: “Mami… facciamo merenda?” E la mamma estrae dalla borsa una mattonella di pizza, la frutta, la Coca Cola e i pasticcini.
Stende i tovaglioli e divide. A metà. Allora tutto è azzerato. Resta solo Susanna in braccio alla sua mamma.
La mamma di Mattia, invece, ci rimprovera sempre perché non siamo abbastanza severi e, intanto, controlla che il figlio indossi la canottiera. E’ una signora strana, sempre di pessimo umore, alla quale Mattia non riesce a dire no. È troppo spaventato dalle reazioni che un dissenso potrebbe suscitare in quella donna energica. Gli occhi pungenti e la bocca serrata. Poche parole e tante borse della spesa.
Allora lui la aiuta, le prende i sacchetti e le stampa un grosso bacio sulla guancia, sperando che basti a farle tornare il sorriso.
E poi c’è la mamma di Rosa. Un sole. Sempre allegra. Che si sfinisce di pulizie e non arriva a fine mese.
Ma la psicologa le ha detto che non deve rattristare la figlia con i propri problemi e, allora, arriva con un lecca-lecca a forma di Winx e finge che il mondo sia di zucchero.
E la mamma di Gennaro… L’ho incontrata un giorno in un negozio.
Stava comprando un paio di scarpe per il figlio. Incerta sul numero e indecisa sul colore. Lui che la obbliga a correre e giocare tutto il tempo della visita. Lei, minuta, che non riesce a contenere l’energia di quel bimbo troppo vivace. A casa erano botte. Del marito su di lei. Di lei sul piccolo. I gesti della violenza erano l’unica famiglia condivisa.
Vorrei dirle che il figlio porta il 32.
Ma lo sguardo basso e le mani che confrontano le scarpette mi impediscono di sovrappormi.
Scuote la testa quasi a volersi giustificare: “Che svampita sono.. ma il numero proprio non me lo ricordo..
..Neppure io…
Lei quasi sollevata: “Meno male che non sono l’unica…Gialle gli piaceranno?
Certo. Gialle andranno benissimo.
Pochi giorni fa la mamma di Paolo mi guardava stanca. Lo sguardo interrogativo: “Potrò portarlo a casa a Natale?...Anche solo per il pranzo. Ho fatto l’albero… non è grandissimo ma ho messo tante luci”. E, rivolgendosi al figlio: “Aspetto ad accenderle…di avere la risposta…così se puoi venire… lo vediamo per la prima volta insieme…
Risalgo dai ragazzi e la solitudine di queste madri sbagliate mi si incolla addosso.
La sera successiva arrivo e Paolo mi trascina al centro del salone: “Dai chiudi gli occhi e aprili solo quando te lo diciamo noi!!!
“ADESSO!!!” Li riapro e resto abbagliata dal brillare di luci coloratissime che ricoprono albero e presepe.
..è stupendo!!! L’avete fatto voi? Siete stati bravissimi!!!...
Fatto tutti insieme…e senza una rissa!!!! L’idea delle lucine colorate è stata di Paolo. Ha detto che facevano tanto “famiglia!
Lo guardo commossa. Lui ha gli occhi rossi ma non si lascia sfuggire la battuta: “Beh… più Natale di così… Adesso che è arrivata la BEFANA… siamo al completo!!
Ridiamo.
Avvolti dalle luci. Intermittenti. Come i giorni felici
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