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La speranza di un sorriso - Angola 3.a puntata

Autore/i: Michele Augurio

Data: 13-01-2007
Argomento: Paesi

Sono rientrato in Italia alla vigilia di Pasqua, ripromettendomi di non pensare a nulla, nel tentativo di far decantare il mio livello emotivo, per poter entrate in quello razionale e tecnico.
Ma non è stato così: l’ozio forzato di quei giorni non ha fatto altro che ripropormi le immagini nitide dei giorni appena trascorsi. Rivivevo gli odori, le emozioni, le paure e soprattutto la profonda confusione che portavo con me. Ero spaventato dovendo pensare alla stesura di un progetto che ancora non sentivo nella mia mente, erano tante le cose da fare che non sapevo assolutamente da dove iniziare, avevo in testa una miscela di sociale, giuridico, emotivo e relazionale.
Ho cercato di dare ordine alla mia confusione sistemando gli appunti cartacei che avevo con me, catalogandoli a seconda i contenuti: il giuridico ed il sociale. Leggevo e rileggevo cercando di trovare un filo logico nel marasma dei miei pensieri; c’era molto da fare, e come spesso capita nel disordine, diventava difficile stabilire una cronologia del fare e del pensare.
La logica costruttiva l’ho, successivamente, individuata nella mia quotidianità lavorativa e nelle mie conoscenze professionali di operatore del sociale. Non sono un giurista, mi sono detto, e
quindi non posso immaginare un progetto che parta dalla realtà giuridica; il mio terreno è il sociale con tutti i suoi intrecci organizzativi ed operativi.
Ed è così, che partendo dalla realtà a me più consona, pian piano è stato costruito IL PROGETTO, articolato su un asse portante: territorio – tribunale – territorio.
Il territorio per me era il fulcro dell’intervento e le competenze giuridiche di un tribunale il mezzo per tutelarlo ed organizzarlo. I bambini e gli adolescenti i soggetti prioritari del diritto ed il tribunale l’esecutore ed il curatore privilegiato di questo diritto.
La richiesta iniziale della costruzione di un Tribunale per i Minorenni si è trasformata in una centralità di Servizi di tutela dell’infanzia con il Tribunale garante del rispetto dell’infanzia e dell’adolescenza. L’esigenza prioritaria di spostare l’asse dell’intervento da un controllo di polizia sui minori, ad una centralità giuridica si è concretizzata con la discussione e l’emanazione di una Legge che ha istituito ed assegnato al Tribunale per i Minorenni il compito di decidere ed intervenire sui soggetti inizialmente sottoposti a provvedimenti penali, perché autori di reato.
Il risultato, quasi immediato, è stato la liberazione dei ragazzi, anche molto piccoli, detenuti ed il loro primo inserimento in una struttura protetta messa a disposizione dai Salesiani.
E’ iniziato così un intervento articolato ed integrato che ha visto, in questi anni, snocciolarsi percorsi di formazione per magistrati, operatori sociali e psicologi, in loco ed in Italia; di costruzione anche materiale di strutture di accoglienza sia per interventi di recupero penale, che di sostegno ed aiuto ai ragazzi di strada con un’accoglienza libera.
Le varie ONG, soprattutto quelle locali, sono state attivate per interventi concreti immediati, come la ristrutturazione di vecchi edifici governativi, che sono diventate case per l’accoglienza di minori
sottoposti a misure penali. Alla periferia di Luanda in questi anni è nato un villaggio che accoglie ragazzi in una vasta area ove sono stati attrezzati laboratori di falegnameria, idraulica, impianti elettrici, ecc.
Il Progetto, studiato nella sua fattibilità nel 1999, ha avuto inizio nei primi mesi del 2000 ed è ancora in cammino; in questo periodo si sono realizzati i seguenti interventi:
- una legge di costituzione del Tribunale per i Minorenni con le sue competenze penali e civili,
- percorsi di formazione per magistrati, psicologi, assistenti sociali, educatori e personale delle ONG, in collaborazione con le Università angolane ed italiane,
- una struttura di accoglienza, attualmente funzionante per accogliere adolescenti,
- corsi di formazione professionale per i ragazzi
- progetti di micro credito per le donne per attivare piccole attività lavorative
- tre centri di accoglienza per i bambini di strada, gestiti dai Padri Salesiani e Comboniani, che accolgono giornalmente molti bambini.
Se mi è concessa un po’ di ironia: io continuo a chiamare questi centri di accoglienza “comunità”, forse perché continuo a coltivare un sogno che è quello di una maggiore attenzione ai minori anche in realtà complesse e difficili. Pensate alla differenza, in Italia le comunità accolgono piccoli gruppi tra 6 e 10 minori, assistiti da 4/5 educatori; le comunità angolane ne accolgono 300/400 al giorno, gestite dalla pazienza, dal rispetto e dalla fatica di poche persone.
So bene che scrivendo queste righe, per una Associazione di genitori adottivi, in molti di voi ho sollecitato il pensiero e la domanda sul perché questi bambini non sono adottati. La risposta è complessa e lunga e forse ad alcuni di voi potrebbe non piacere se affermassi l’opportunità dei bambini di poter restare nel loro mondo con dignità.
A voi che avete accolto o vi siete proposti per accogliere in futuro la “diversità”, vi chiedo di essere presente nel mondo dei bambini e di non rendere la vostra disponibilità sterile, dopo aver raggiunto il vostro desiderio di genitorialità. Vostro figlio è parte di un mondo dell’infanzia più complesso e difficile; di un mondo di relazioni e di affetti che deve essere salvaguardato, tutelato e a volte curato.
A tutti voi, BUON NATALE.

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