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Globalizzazione estetica

Autore/i: Luciano Baldetti

Data: 24-09-2006
Argomento: Sociale e legale

Sempre più spesso mi capita di osservare, visitare o curare come ortodonzista (il dentista che "raddrizza" i denti), bambini e bambine di etnia non europea, a volte condotti dai genitori biologici immigrati nel nostro paese, altre condotti dai genitori di cuore, bambini arrivati in Italia attraverso l'adozione internazionale.
Spesso ci sono problemi oggettivi con patologie serie che rendono indispensabile un intervento ma, come ho avuto modo di valutare negli anni di pratica clinica, talvolta le preoccupazioni dei
genitori sono causate semplicemente da una dentatura che conferisce al viso i tratti caratteristici della etnia cui appartengono. Si va probabilmente verso la "globalizzazione" anche dei canoni di bellezza del viso sia femminile che maschile, avrete sicuramente notato come, sempre più spesso, "miss" dalla pelle scura si affermano nelle manifestazioni internazionali di bellezza, tuttavia all'analisi accurata dei tratti somatici del viso mostrano lineamenti molto occidentali in una "versione" della etnia caucasica reso solo un tantino esotica dalla pelle ambrata.
Presentano, perciò, nasi sottili e piuttosto piccoli, un profilo piatto nella parte inferiore del viso,
labbra non troppo carnose e zigomi non particolarmente pronunciati, tutte caratteristiche tipiche di un viso europeo.
Risulta che l'operazione di chirurgia estetica eseguita con più frequenza in Cina è la blefaroplastica , operazione alla palpebra volta a modificare il tipico taglio a mandorla degli occhi orientali trasformandolo in un occhio "occidentale". In ambito strettamente medico scientifico le cose, pur con i limiti imposti dalla scienza, non sono poi diversissime: noi ortodonzisti basiamo molto della nostra diagnosi su una analisi del profilo condotta con misurazioni eseguite sulla radiografia del cranio (cefalometria), fissando su questa alcuni "punti" specifici delle ossa craniali e confrontandoli con modelli ideali per sesso ed età , tali modelli sono stati, tuttavia, ricavati dalla osservazione di un elevato numero di individui caucasici, essendo l'ortodonzia una branca della medicina nata e sviluppatasi prevalentemente in Nord America ed Europa. Credo sia esperienza comune per i genitori di bambini provenienti dall'area del sud est asiatico ( di solito di corporatura minuta), trovare pediatri preoccupati per una crescita insufficiente riferendola però a curve auxologiche e tabelle percentili elaborate su bambini italiani mediamente più alti e robusti, altrettanto comune e non infrequente è la difficoltà, per il medico europeo, nel riconoscere i tipici segni cutanei di alcune malattie esantematiche sulla pelle scurissima di bambini provenienti dall'Africa o dall'India: ricordo ancora con un certo imbarazzo la pessima figura che feci con un collega anziano quando, ancora fresco di laurea, scambiai le tipiche macchie scure di melanina presenti sulle gengive di un paziente nigeriano per chissà quale misteriosa patologia, molto semplicemente non avevo mai visitato prima un paziente di colore. Un discorso simile può farsi, in campo ortodontico, nella pianificazione di un trattamento che non tenga conto delle particolarità somatiche di un determinata etnia, i soggetti asiatici ad esempio hanno spesso un profilo piuttosto piatto, al contrario un bambino africano tenderà ad avere naturalmente un profilo convesso (quello che ortodonticamente viene definita biprotrusione). In passato vi è stata una lunga polemica fra gli ortodonzisti di scuola americana e quelli di scuola europea , i primi venivano accusati di realizzare profili volutamente piatti (anche procedendo con estrazioni eccessive) per evitare che i loro pazienti avessero l'aspetto da afro-americani o come, in modo molto poco politically correct si diceva in quegli anni, negro. Poiché tale polemica risale agli anni '50 e si riferisce ad una scuola ortodontica (quella di Tweed) sviluppatasi nel sud degli Stati Uniti, forse quelle accuse non erano del tutto infondate. Il clima sociale e culturale è molto mutato da allora, tuttavia non ritengo ingiustificato, per il professionista e per i genitori, riflettere e avere cura di questi aspetti in un trattamento che, comunque, sarà mirato a correggere e modificare , in misura più o meno accentuata, i tratti del volto, è opportuno, inoltre, aver ben presente i propri schemi (e limiti) mentali in modo da evitare di adeguarvisi ritenendo come bello e soprattutto fisiologico un modello estetico che ha il solo merito di essere stato prodotto in un'area del mondo che possiede l'egemonia dei media.
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