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Recensioni

Stare bene insieme a scuola si può?

di Emilia De Rienzo


Tipologia: Libro
Edito/prodotto da: Utet
Genere: Settore Scuola
Argomento: Scuola

In questo libro un’insegnante si interroga su cosa significhi oggi “insegnare”. La sua attenzione è per tutti i ragazzi ed in particolare per chi è portatore di storie difficili e complesse tra cui quelle dei ragazzi adottati. L’autrice si racconta e racconta le sue classi, le sue esperienze. Al centro del suo lavoro è la cura di creare un clima di relazioni in classe che permetta ai ragazzi di avere fiducia, di confidarsi e quindi di trovare lo spazio per apprendere.
Mi piacciono particolarmente alcune frasi come:

“Creare momenti di ascolto, di discussione, non vuol dire che i bambini debbano necessariamente parlare di sé: raccontano quello che si sentono di raccontare, quello che percepiscono che l’altro sia in grado di capire; a volte si limitano ad ascoltare, a volte raccontano bugie sulla loro storia”.

“Quando si entra in rapporto con i bambini o con i ragazzi bisogna uscire da un sapere prestabilito. E’ solo nell’incontro, instaurando con loro un colloquio, che può nascere un progetto che deve essere condiviso, che non deve partire da pregiudizi e preconcetti.”

Pervade tutto il libro la storia di un ragazzo adottivo di origine indiana che poco tempo fa scelse la strada del suicidio. La lettera da lui lasciata, un “j’accuse” doloroso alla società in generale e la scuola in particolare, torna più volte nelle pagine. Il libro stesso è dedicato a lui. E’ chiaro come la vicenda abbia toccato nel profondo l’autrice, e il suo è un richiamo grande ad interrogarci sempre sul dolore e lo star male profondo dei ragazzi e degli adolescenti. Per me tuttavia è importante ricordare come il suicidio di una persona, in particolare una persona giovane, non possa mai trovare il suo senso attraverso delle chiavi di lettura esterne alla persona, che siano esse il disagio in famiglia, la società non accogliente, la scuola sbagliata.
Mi ritrovo per questo a citare parole scritte sul tema con Simone Berti … “Dentro ognuno di noi vive un nucleo di dolore ed angoscia pulsante che talvolta non riusciamo a ridimensionare. Un frammento di notte che si ingigantisce e diventa un buio senza vie d’uscita, una trappola troppo piena di voci confuse e concitate, che non ci lasciano risorse. Il pensiero della morte che sale come una marea cupa. La sensazione di non contare per nessuno, di non esserci. La rabbia raccontata a se stessi che si traduce in un atto d’impulso e senza ritorno. Dolore subito, dolore inflitto a chi ci ama.”

Recensione a cura di  Anna Guerrieri
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