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Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività - prima parte

Autore/i:
Emanuela Tomè

Data: 10-02-2007
Argomento: Salute

“ Non mi ascolta, mi sfida, fa l’esatto contrario di quel che gli dico”
“A scuola disturba tutti, fa il pagliaccio, non combina nulla... e dire che non è un bambino stupido!”
“Non riesce a portare a termine nulla, anche nei giochi: passa di continuo da uno all’altro, come se si stufasse subito”
“E’ sempre distratto, basta un niente perché la sua attenzione si perda, spesso si fa male proprio perché non sta attento”
“Anche quando ha ascoltato quel che gli ho detto di fare, poi se lo dimentica e non lo fa, come se niente fosse”
“Ha sbalzi di umore, a volte lo vedo diventare improvvisamente triste, ma poi riprende a sfidarmi”
“Non riesce a controllarsi, basta una piccola contrarietà perché esploda in reazioni esagerate”.

Queste sono alcune delle lamentele che generalmente si sentono da genitori o insegnanti di bambini che presentano il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattivita’. Ma di cosa si tratta?
Niente a che vedere con la normale vivacità o distraibilità infantile: si tratta di comportamenti percepiti come eccessivi, al di sopra della norma, da tutti coloro che entrano in relazione prolungata con il bambino, compresi i suoi pari.
Gli psicologi stimano che questa sindrome interessi all’incirca il 5% dei bambini e che, nella forma che si esprime anche con una motricità eccessiva, riguardi prevalentemente i maschi. Le bambine manifesterebbero questo disturbo in forma più passiva, meno dirompente ma per questo anche più subdola e difficile da risolvere. Questo disturbo è caratterizzato da tre sintomi principali:

- difficoltà di attenzione e concentrazione (il bambino non riesce a stare concentrato per un tempo sufficiente allo scopo, non sa rimuovere gli stimoli disturbanti e ne è continuamente distratto, dimentica rapidamente le istruzioni ricevute; per questo gli è difficile portare a termine un compito assegnatogli);

- iperattività (che può modularsi in diversi gradazioni, da un’irrequietezza non vistosa ma costante, all’iperattività incontenibile) ed impulsività (il bambino non pensa prima di agire, passa da un’idea all’altra senza seguire un nesso logico, reagisce in modo immediato a livello affettivo - ad es. non tollera le frustrazioni -, tende a ripetere le azioni anche se sa che sono sbagliate);

- disfunzioni nella “memoria di lavoro” (che è quella forma di memoria in cui collochiamo provvisoriamente i vari ‘pezzi’ con cui dobbiamo lavorare, ad es. la sequenza di indicazioni su come raggiungere un certo luogo o mettere in ordine una stanza; anche se il bambino ha un buon archivio di conoscenze, il fatto di essere carente nella memoria di lavoro gli impedisce di fatto di poterle utilizzare, costringendolo a procedere in modo disordinato ed inefficace).

Questo quadro è generalmente accompagnato da una serie di altre disfunzioni e disturbi che rendono complessa e poco piacevole la vita al bambino e a chi vive con lui: problemi scolastici e di linguaggio, difficoltà a seguire le regole, isolamento sociale, disturbi emozionali come ansia e depressione.
Spesso i bambini che presentano queste caratteristiche si sentono degli incapaci, hanno scarsa stima e fiducia in se stessi e tendono a mascherare tutto questo con comportamenti disturbanti ed irritanti che, se scambiati erroneamente per aggressività o ‘capricci’, portano a sgridate e punizioni continue da parte degli educatori, in un circolo vizioso che non fa che peggiorare l ’autostima del bambino .
Intervenire però è necessario, e nel modo appropriato, soprattutto a livello educativo, perché questo disturbo comporta un alto rischio di cronicità: alcuni studi dimostrano che quasi l’80% dei bambini mantiene le difficoltà di attenzione nell’adolescenza, e di questi poi il 50% manifesta ancora il disturbo in età adulta.
(Continua ….)

Breve bibliografia per i genitori:
- Fedeli D.(2006), La sindrome di Pierino.Il controllo dell'iperattività, Giunti
- Fedeli D.(2005), Lo sviluppo socio-emotivo. Percorsi teorico-pratici per bambini in difficoltà,
Vannini, Brescia
- Marzocchi, G.M. (2003). Bambini Disattenti e Iperattivi. Cosa possono fare per loro genitori,
insegnanti e terapeuti, Il Mulino, Bologna
- Vio, C., Marzocchi, G.M., Offredi, F. (1999). Il Bambino con Deficit di Attenzione/ Iperattività.
Diagnosi Psicologica e Formazione dei Genitori, Edizioni Centro Studi Erikson, Trento
- Jrina Prekop, Christel Schweizer, Bambini iperattivi, Red edizioni

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