Autore: 
Monica Nobile - pedagogista, tutor dell’apprendimento, counselor
La scuola volge al termine e tante famiglie già si stanno organizzando in previsione dei debiti scolastici.
 
Una, due, tre materie, ripetizioni, lotte quotidiane perché i figli studino, villeggiature con libri e quaderni. Qualcuno spera che gli insegnanti facciano qualche sconto per le insufficienze non troppo gravi, altri arrivano a sperare in una bocciatura che magari gli fa bene e il prossimo anno fila liscio.
 
Mi permetto allora di proporre una riflessione e dare qualche suggerimento che possa aiutare ad affrontare l’estate con la maggiore serenità possibile.
 
Gli adolescenti possono reagire al fallimento in tanti modi: ostentare indifferenza mentre dentro macinano risentimento, arrabbiarsi e sentirsi vittime di ingiustizie, scoraggiarsi e prendere in considerazione di mollare tutto, ripromettersi di studiare senza che poi il proposito sia necessariamente concretizzato.
 
Cosa possiamo fare noi adulti? Mantenere la calma, innanzitutto e non drammatizzare, possibilmente. Cerchiamo di trasmettere fiducia, evitiamo comportamenti punitivi, ricordiamoci che ci sono passaggi delicati, nella crescita, dove può sorgere nei ragazzi un sentimento disfattista. Siamo noi, in questi casi, a poter dare una giusta misura al problema e accompagnare i figli a risolverlo, un passo alla volta.
 
Dovremmo riuscire a passare il messaggio che non si tratta di scalare una montagna impervia, ma di intraprendere una salita, certo un po’ ripida, ma che prevede le pause in rifugio, le soste quando il fiato si fa corto, le panchine dove fermarsi ad ammirare la bellezza, un bel picnic sul prato per ricordarsi che la vita va comunque assaporata.
 
Credo sia importante stabilire un programma che preveda il riposo dopo un anno di scuola, comunque sia andata, e che comprenda un viaggio, una vacanza, momenti belli che l’estate comunque deve offrire.
 
Calendario alla mano stabiliamo la pausa a giugno, lo studio regolare durante gli altri mesi, prevedendo, dove serve, un affiancamento ma anche stabilendo un monte ore di studio non eccessivo e adeguato ai ritmi e alle possibilità dei figli (ognuno conosce il proprio e sa come funziona). Cerchiamo in rosso i giorni dedicati alla vacanza, se si tratta di una o due settimane possiamo liberarle dallo studio e investire sul resto del tempo, distribuito tra la mattina e il pomeriggio, facendo in modo che resti il tempo anche per altro. Quattro ore al giorno di studio, bene organizzate e non tutte di fila - puntando alla concentrazione e all’ottimizzazione delle risorse – possono essere sufficienti. Se resta il tempo per la piscina, l’uscita con gli amici, lo svago, il programma potrà risultare affrontabile e l’adesione dei figli sarà più probabile.
 
In sintesi, evitiamo di prospettare ai nostri figli (e a noi stessi) un’estate da incubo, consideriamo l’occasione di insegnare che riparare a un fallimento è qualcosa che ricorre spesso nella vita, che non è una tragedia, che si può fare… Si può fare è un messaggio fondamentale, fa parte dell’incoraggiamento necessario a scongiurare l’abbandono scolastico, la perdita di autostima, la sensazione – spesso presente nei ragazzi – che la scuola non serva a niente e sia causa di rovina. I debiti, di ogni tipo, richiedono un piano. Il piano deve essere realistico e le rate adeguate, affinché la vita possa proseguire, con qualche sacrificio, ma non necessariamente con l’espiazione.
 
Può succedere che un ragazzo, durante l’anno abbia studiato poco e male. Può essere che questo ci abbia fatto continuamente arrabbiare. Può essere che la scuola sia stata per tutto l’anno motivo di conflitto e di perdita dell’armonia familiare.
 
Ora, forse, c’è da fermarsi un attimo e prendere fiato. Talvolta le situazioni difficili sono occasioni per ripensare alle nostre reazioni e per valutare quale sia la risposta più efficace.
 
Lasciamo perdere il te lo meriti, adesso ti arrangi, le ripetizioni te le paghi tu, trovati un lavoro… Lasciamo perdere, soprattutto se siamo noi stessi a non credere davvero a ciò che diciamo, se riconosciamo nelle nostre affermazioni la rabbia e l’impulso a reagire con senso di rivalsa.
 
Se si può, cerchiamo di fare squadra, magari questo darà buoni frutti non solo per la riparazione a settembre ma, più in generale, nelle relazioni genitori/figli.
 
 

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Data di pubblicazione: 
Sabato, Giugno 8, 2024

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